A Gandria fiorisce l'erba dei geologi

La Sesleria caerulea (L.) Ard., comune erba della famiglia delle Poaceae, a prima vista passa inosservata. Chiamata anche sesleria azzurra o codino azzurro, è una delle poche erbe a possedere un po’ di colore, oltre al tipico verde.

Malgrado la sua apparenza ordinaria, in ecologia è una specie importante: dà il nome a un’alleanza vegetale chiamata Seslerion, che raggruppa alcune tipologie di prati secchi su calcare. La sua presenza dipende infatti dai sottosuoli basici, conseguenza dei substrati rocciosi calcarei. Viene quindi usata come specie indicatrice di suoli calcarei. Gli ecologi francofoni, non senza un pizzico di presunzione, la chiamano “herbe à géologues” – erba dei geologi, come se un bravo geologo avesse bisogno di un’erba per interpretare la roccia sulla quale cresce.
La Sesleria caerulea è una pianta erbacea perenne, dal portamento cespitoso denso, alta fino a 30 cm, con un rizoma che porta, alla sommità, un ciuffo costituito dalle guaine fibrose delle vecchie foglie. Possiede gambi (chiamati culmi) gracili, eretti o ascendenti, lisci e glabri. Le foglie della base sono lunghe fino a 20-25 cm, piuttosto rigide, verdi lucide, a margini paralleli strettamente cartilaginei e scabri con lamina di norma piana, larga da 2-4 mm. Possiede spighe dense, ovato-cilindriche, dal colore verdastro-violacea (da cui l’epiteto specifico caerulea, cioè azzurra).
Specie orofita (pianta delle montagne) centroeuropea, la Sesleria caerulea cresce nelle praterie e nei pascoli aridi e sassosi, magri e soleggiati, ma anche nelle rocce fratturate asciutte, fino a 2500 m di quota.
A seconda della stazione, fiorisce da febbraio e luglio. A dimostrazione della situazione particolarmente protetta e mite, al Sentiero di Gandria fiorisce già a inizio febbraio.
A causa della colorazione azzurra delle sue spighe, fatto tutt’altro che comune nelle Poaceae, è anche usata come pianta ornamentale per i giardini rocciosi.

 

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Redazione e foto: Nicola Schoenenberger

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