Nelle calde giornate d’estate l’incontro con un susino e con i suoi succosi frutti fa felice proprio tutti! In particolare coloro che in passato o ancora oggi si trovano a lavorare nei campi, orti o frutteti. Ma non solo, anche il passante curioso o qualche insetto o animaletto in cerca di cibo. Spesso trattasi di alberi molto generosi, che per la natura poco serbevole (di breve conservazione) dei frutti portano i proprietari a copiose condivisioni con la comunità, con i famigliari e gli amici, o alla sperimentazione di svariati modi per trasformarle e servirle ai propri commensali.
Durante il nostro censimento a Pazzallo abbiamo avuto il piacere di conoscere un ricco e biodiverso frutteto custodito dalle sorelle Valsangiacomo, Beatrice e Fernanda, dove crescono diversi alberi da frutto tra cui dei susini dai frutti piccoli, dalla forma ovoide allungata, la buccia viola e la polpa soda, mediamente succosa, riconoscibili per l’intensità del loro profumo. Sono figli della pianta madre (MAP124) rilevata a Pazzallo e portata dalla mamma Lidia nel 1959, da Tenero. Chiamate in loco con la denominazione brügnitt, ossia piccole prugne o damaschine. In un frutteto dove si respira una particolare accoglienza verso la biodiversità, le piante sono state riprodotte con la consapevolezza del valore autentico di quei profumati frutti. Dalle analisi genetiche, le damaschine sono risultate un genotipo unico a livello nazionale!* Significa che per ora, per i dati registrati fino ad oggi, esistono a Pazzallo e da nessuna altra parte in Svizzera.
I frutti di questa particolare damaschina sono valorizzati da deliziose sfogliatine note come le “Tartine da brügnitt delle sorelle Valsangiacomo“, dolce che ha una golosa fama nella cerchia di conoscenze della famiglia ma non solo. Dopo averne sentito parlare durante il nostro primo sopralluogo, abbiamo avuto la fortuna di tornare in loco per degustare di persona come questo semplice dessert esalti le susine, il loro aroma e le loro caratteristiche.
La cuoca della famiglia è Fernanda che si è dedicata a conoscere e sviluppare le particolarità di numerosi frutti attraverso la sperimentazione di numerose ricette. Fernanda Valsangiacomo ha un vero e proprio laboratorio famigliare di trasformazione di frutta e prodotti dell’orto, dedito alla preparazione di marmellate, conserve, liquori, grappe, succhi e frutta sciroppata. Una dispensa ricca di barattolini di ogni forma e colore, in cui le unicità dei frutti vengono esaltate attraverso un immenso patrimonio di ricette. Troviamo il succo rosa di uva americana, l’amaretto fatto con i semi di mela, il ratafià di noci preparato secondo la supposta ricetta del convento del Bigorio (i cui resti delle noci vengono poi utilizzate per aromatizzare il vino).
Le unicità dei frutti hanno sempre il potenziale di essere riconosciute e protette da qualcuno di speciale che sappia farli partecipare al patrimonio culturale di un luogo: a casa Valsangiacomo queste ricette hanno conservato quell’antico potere di nutrire, unire e accogliere famigliari e vicinato, nonché di ispirare ricette, pratiche e utilizzi interessanti.
Giorgia Tresca e Muriel Hendrichs, l’alberoteca
* Per chi avesse voglia di conoscere o degustare questo frutto, troviamo una varietà simile ma gialla, conosciuta come damaschine gialle, nel frutteto di Cornaredo
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