Peucedanum venetum

L'imperatoria veneta (Peucedanum venetum (Spreng.) W. D. J. Koch) appartiene a un illustre genere di piante medicinali, usate sin dall'antichità per trattare una grande varietà di affezioni. Di lei tuttavia si sa molto poco. Da qualche anno cresce abbondante al Sentiero di Gandria, ma in Svizzera è una pianta rara. È diffusa dai Pirenei all’Istria, lungo il bordo meridionale delle Alpi.

Il genere Peucedanum appartiene alla famiglia delle Apiaceae e comprende più di 120 specie ampiamente distribuite in Europa, Asia, Africa e nord America. Il nome generico deriva dal greco peukê, ovvero ‘pino’ e dános che significa ‘bruciato’, per designare piante che possiedono un odore resinoso e che crescono in luoghi aridi. L’epiteto specifico allude alla presenza spontanea della specie nella regione del Veneto, come indicato dal medico e botanico tedesco Wilhelm Daniel Joseph Koch (1771-1849) che la descrisse, nel 1835, nella Synopsis florae Germanicae et Helveticae, opera che porta un evocativo sottotitolo: “Presenta lignaggi di fanerogame debitamente conosciuti, che crescono spontaneamente in Germania, Svizzera, Prussia e Istria e sono largamente coltivate per l’uso degli uomini”.

In italiano si chiama imperatoria veneta o peucedano veneto.

 

Pianta erbacea perenne, alta 50-100 cm, glabra, possiede fusti eretti, costati e cavi all’interno. Le foglie inferiori sono lunghe 15-25 cm, composte e divise più volte (bipennatosette) in segmenti lineari-lanceolati, larghi circa 2 mm, ruvidi al margine e muniti di una punta aguzza (mucrone). Le infiorescenze a ombrella (o ombella) sono disposte lungo un asse fiorale allungato, spesso privo di foglie o quasi, e composte da 6-12 raggi sorretti da una corona di brattee persistenti, appressate ai raggi, appuntite e con margini membranosi biancastri. I petali sono bianchi e lunghi circa 1 mm. Il frutto, che si divide in due a maturità, è ellittico, compresso, lungo 4-6 mm, con costolature poco evidenti e uno stretto margine alato. Fiorisce da luglio a settembre.

 

Originaria dall’Europa sud occidentale, è diffusa dalla Spagna (Pirenei) alla Croazia (Istria). In Francia è limitata al Sud (Pirenei orientali, Gard e Alpi marittime), in Italia si spinge a sud fino in Abruzzo e in Campania e in Svizzera è limitata al basso Vallese e al Ticino meridionale.

 

Specie caratteristica dei margini magri (poveri di nutrimento) e xerotermofili (amanti del caldo e del secco), cresce in zone di transizione tra prati secchi e cespuglieti o boschi termofili, negli incolti aridi, nei pendii rocciosi e talvolta nelle vigne o lungo i bordi di strada. È molto tollerante alla siccità. Dalle nostre parti rimane nei fondovalle e non si spinge oltre gli 800 m di altitudine.

 

Specie iscritta nella Lista Rossa come vulnerabile (VU), è anche iscritta nella lista delle specie la cui conservazione è prioritaria a livello nazionale con un grado di priorità 4 (priorità nazionale esigua).

 

A inizio ‘900 l’imperatoria veneta era ancora abbastanza frequente in Ticino, come rilevato dal commerciante e botanico ginevrino Paul Chenevard nel suo Catalogue des plantes vasculaires du Tessin (pubblicato nel 1910). Da allora è diventata sempre più rara, soprattutto dopo l’avvento dei decespugliatori a filo, deleteri nell’habitat della specie: una formazione di margine, generalmente stretta, che fa la transizione tra il bosco e la prateria. La presenza abbondante lungo il Sentiero di Gandria, del tutto inusuale per la specie, è il frutto concreto della gestione sensibile ai contenuti naturalistici praticata negli ultimi anni.

 

Le specie del genere Peucedanum hanno un ampio spettro di attività curative, dovute alla presenza di cumarine, flavonoidi, fenoli e oli essenziali. Il medico e filosofo persiano Avicenna, attorno all’anno 1000, indicava un Peucedanum per liberarsi dai calcoli renali. In Sudafrica era usato per lenire affezioni croniche della vescica e dei reni. Nell’arco alpino l’imperatoria vera (Peucedanum ostruthium, chiamato in tedesco Meisterwurz, ovvero “radice del maestro”) è una vera e propria panacea della medicina tradizionale: era utilizzata come diuretico per l’indigestione cronica, come stimolante, stomachico, ma anche per guarire il tifo, la febbre intermittente, gli stati paralitici e per trattare il delirio. Esternamente, era applicato in polvere per curare le ulcere e il cancro. Malgrado le numerose testimonianze di utilizzi nella medicina tradizionale, gli studi farmacologici contemporanei riguardano solo un numero piuttosto esiguo delle 120 specie di Peucedanum.

 

Testo e foto: Nicola Schoenenberger
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Peucedanum venetum, Sentiero di Gandria
Peucedanum venetum, Gandria, Settore F
Peucedanum venetum, Sentiero di Gandria
Peucedanum venetum, Sentiero di Gandria
eucedanum venetum, Sentiero di Gandria
Peucedanum venetum, Sentiero di Gandria Settore F
Peucedanum venetum, Sentiero di Gandria

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